Monday, June 07, 2004
Un commento a Aboth 1.1
(ispirato dalle lezioni di Rabbi Rosenfeld)
Ciononostante, "crescete molti studenti": e' un nostro dovere quindi approfondire e godere della rivelazione divina (noi: sia come oggetto, sia come soggetto). Crescete studenti, dice un rabbi, non nel senso di creare delle copie esatte di voi stessi: ma in modo che ciascuno possa approfondire, secondo le sue proprie doti, la sua conoscenza della Torah. Questa ricchezza e diversita' di conoscenze e' poi fonte della gioia della condivisione.
E finalmente, il "recinto protettivo": e' facile pensare di abbandonare parte della Scrittura perche' (pensiamo) non piu' attuale o congeniale ai nostri pensieri. La Mishnah ci esorta a non cedere a questa tentazione, e Aboth ce lo ricorda nel primo versetto: la Scrittura e' "protetta". Ma non e' una protezione solo esterna a noi: e' nostro compito continuare nell'opera di creazione di questo "recinto protettivo". E questo possiamo fare con Deut 6:4-9.
Mose' ricevette la Torah dal Sinai e la consegno' a Giosue', Giosue' agli Anziani, gli Anziani ai Profeti, e i Profeti la consegnarono ai membri della Grande Sinagoga. Questi dissero tre cose: siate cauti nel giudicare, crescete molti discepoli, e create un recinto protettivo per la Torah. (Aboth 1.1)Dobbiamo riconoscere come la lettura della Bibbia si trasforma nel tempo: dal tempo di Mose' (la rivelazione diretta), alla conquista della terra, alle intuizioni profetiche, per arrivare al periodo della sapienza. E in questo ultimo periodo cio' che ci illumina e' la Torah, la Scrittura, la fonte del nostro discernimento. Questa fonte pero' va riconosciuta come tale, e protetta: perche' sia sempre riconosciuto che essa (e non le nostre riflessioni) e' la luce. E' questo un rischio che sento particolarmente acuto nel mio bellissimo percorso di studio: il rischio di credere di poter illuminare io stesso intellettualmente la mia vita (con letture, riflessioni, esami, corsi, esegesi); invece di riconoscere che la illuminazione e' tale se e solo se rispetta il recinto che circonda la Scrittura, la sua storia e la sua tradizione (che e' anche la tradizione della "grande sinagoga", si intende).
Ciononostante, "crescete molti studenti": e' un nostro dovere quindi approfondire e godere della rivelazione divina (noi: sia come oggetto, sia come soggetto). Crescete studenti, dice un rabbi, non nel senso di creare delle copie esatte di voi stessi: ma in modo che ciascuno possa approfondire, secondo le sue proprie doti, la sua conoscenza della Torah. Questa ricchezza e diversita' di conoscenze e' poi fonte della gioia della condivisione.
E finalmente, il "recinto protettivo": e' facile pensare di abbandonare parte della Scrittura perche' (pensiamo) non piu' attuale o congeniale ai nostri pensieri. La Mishnah ci esorta a non cedere a questa tentazione, e Aboth ce lo ricorda nel primo versetto: la Scrittura e' "protetta". Ma non e' una protezione solo esterna a noi: e' nostro compito continuare nell'opera di creazione di questo "recinto protettivo". E questo possiamo fare con Deut 6:4-9.